ANSENUM
(Antichi Semi Nuovi Mercati)
la riduzione dell’impatto ambientale passa attraverso il recupero dei vecchi ecotipi
“Alla scoperta dei prodotti del più bell’orto d’Europa: l’uva di Sabato”
Il settore agro-food può contribuire alla riduzione di emissioni ed avere una impronta sul pianeta più soft. Questo è uno degli obiettivi del progetto ANSENUM (acronimo di “Antichi Semi Nuovi Mercati”) condiviso dall’Associazione Turistica “Pro Loco di Vico Equense” (ente capofila), dall’Istituto Controllo Qualità NHACCP (Nutrient& Hazard Analysis of Critical Control Point, strumento che misura l’impatto degli alimenti sulla salute), dal Parco Regionale dei Monti Lattari (che abbraccia l’intera penisola sorrentino‐amalfitana), da altri enti locali, dal prof. Antonino De Nicola della Società dei Naturalisti in Napoli, dalla Regione Campania e dal Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II. Decine le aziende campane partner dell’iniziativa oggi impegnate nel recupero di antiche coltivazioni e dei terreni ove queste venivano effettuate al fine di ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura.
L’UVA DI SABATO
CITTA’ DI VICO EQUENSE
Vico Equense è un comune italiano di 20 222 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania: città della penisola sorrentina, è posta tra il golfo di Napoli, i monti Lattari e il golfo di Salerno.
Vico Equense sorge su un blocco tufaceo e calcareo, ad un’altezza media di 90 metri: si affaccia sul mar Tirreno, nella parte meridionale del golfo di Napoli, all’inizio della costiera sorrentina, per arrivare poi ad un’altezza massima di 1.444 metri con la cima del monte Sant’Angelo, la più alta dell’intera catena dei monti Lattari; per un breve tratto, montuoso e scosceso verso il mare, la città è bagnata anche dalle acque del golfo di Salerno, lungo la costiera amalfitana, nelle vicinanze dell’arcipelago de Li Galli. Con una superficie di quasi 30 chilometri quadrati, Vico Equense è il più vasto comune della penisola sorrentina, nonché l’ottavo dell’intera città metropolitana.
RADICI STORICHE
Il vino,quale prodotto della vita, da sempre fa parte della storia e dell’evoluzione culturale dell’uomo, della società e dei territori. I primi reperti fossili appartenenti alla famiglia delle Vitacee risalgono a circa 140 milioni di anni fa, durante il cretaceo, ma la specie Vitis vinifera, dalla quale si sono originate le varietà che si coltivano oggi, è comparsa solo all’inizio dell’era quaternaria (Pleistocene), insieme al genere Homo.
In Italia, la viticoltura si è diffusa a partire dalla Sicilia ad opera dei colonizzatori egeo-micenei, la diffusione della coltivazione della vite era continuata poi, con l’espansione dell’impero Romano, in tutti i paesi conquistati in quanto il vino era diventato bevanda di largo consumo. Dal II secolo D.C. con la crisi dell’impero era inizato anche il declino della viticoltura che si è protratto fino al medioevo, quando in seguito alle carestie, epidemie e invasioni, la coltivazione della vite era stata relegata soprattutto all’interno dei monasteri. Con la scoperta dell’America, infine, si è dato il via ad un commercio che tra alti e bassi è arrivato allo sviluppo odierno.
Anche in Penisola Sorrentina furono, probabilmente, i Greci ad essere i primi a piantare sulle pendici dei Monti Lattari e successivamente i Romani, come emerso dagli scavi condotti nell’area, relativi alle numerose ville rustiche, dove sono stati rinvenuti reperti di numerosi torcularium (impianto per la pigiatura dell’uva) e dolia (contenitori sferici per liquidi come vino o olio), indicatori di come la coltivazione della vite fosse una delle attività principali.
IL TERRITORIO
La penisola sorrentina è un promontorio prevalentemente montuoso, con coste alte e caratterizzate da falesie tufacee. A causa di tale conformazione la coltivazione della vite è condotta da sempre su terrazzamenti, che caratterizzano questi territori. Si tratta di lembi di terra larghi in media non più di 5 metri, con un profilo irregolare imposto dall’anarchia della roccia. In media ciascun terrazzo ospita quattro filari di viti disposti a pergola, con un sesto di impianto a quadrato, di m. 1,20 x 1,20.
La superficie agricola utilizzata (SAU) a vigneto è di poco superiore ai 10 ettari. La superficie investita ad Uva di Sabato è stata stimata pari a 3,75 ettari.
CARATTERISTICHE DELL’UVA (Il Vitigno)
L’Uva di Sabato è un antico vitigno di bacca rossa presente quasi esclusivamente in uno specifico territorio all’interno del Parco Regionale dei Monti Lattari, il comprensorio di Vico Equense.
Il nome dell’uva deriverebbe dalla caratteristica di quest’uva, che matura tardi, secondo le indicazioni romane nella sesta epoca, quindi, il sesto giorno della settimana “Sabato”.
La caratteristica di questo vitigno è la elevata vigoria, accompagnata, però da una fertilità non molto spinta, che si traduce in una produzione non eccessiva, anche se il peso del grappolo è notevole; per massimizzare la produzione dell’uva, inoltre, è necessaria una buona esposizione al sole, così da evitare il fenomeno della “marmorizzazione” (ovvero il ritardo nella maturazione di alcuni acini di uva che rimangono acerbi al momento del raccolto) e ampi spazi a cause delle propaggini produttive particolarmente lunghe.
La maturazione è tardiva, verso la fine di ottobre, periodo in cui si svolge la vendemmia. La vinificazione è quella tipica in rosso, con macerazione delle vinacce per almeno 7 giorni in fusti di legno e successiva svinatura. Il vino ottenuto ha una gradazione alcolica modesta, compresa tra 10° e 11,5°: ciò non consente di avere un vino da invecchiamento.
CARATTERISTICHE DEL VINO
Il profilo sensoriale del vino è molto particolare e viene descritto come: “deciso, aspro e pungente” oppure “sapore forte, amaro e asprigno” ed infine “tannico e ruvido”.
Dal profilo sensoriale è emerso che i descrittori di frutta sono dominanti rispetto alla nota floreale; tra gli odori dominanti c’è il fruttato di fragola, mela, kiwi e pompelmo rosa.